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Sentenza ex Ilva: Garatismo sempre e verso tutti, senza distinzione alcuna, quale principio di civiltà irrinunciabile

01 giugno 2021

GARANTISMO sempre e verso tutti, senza distinzione alcuna, quale principio di CIVILTÀ irrinunciabile.
Vale anche nel caso molto delicato e complesso, per molteplici e ben note ragioni, della sentenza di primo grado nel procedimento “Ambiente svenduto”. Una sequela di condanne durissime che colpiscono i vertici di un’azienda tra le più rilevanti del Paese.
Vicenda ancor più grave, quando il giudizio condanna, come nel caso di Nichi Vendola, un vertice istituzionale che ha rappresentato i cittadini di una regione, nessuno escluso, che ne restano moralmente segnati.
Auguro a Vendola di poter dimostrare, nei successivi gradi di giudizio, la sua totale estraneità a quanto gli viene contestato.
Non solo per la sua personale onorabilità ma, soprattutto per quella dell’istituzione che ha rappresentato.
Quindi, da parte mia, nessun attacco, nessun insulto, nessuna esultanza: sentimenti che, invece, ho spesso ritrovato sul volto e nelle parole dei miei avversari in analoghe circostanze.
Abbiamo vissuto tempi nei quali persino “l’auspicio” per così dire, di un avviso di garanzia o la “profezia” di un tintinnar di manette serviva a innescare la barbarie del linciaggio mediatico, della calunnia e dell’utilizzo politico delle vicende giudiziarie.
Tempi torbidi e oscuri dei quali ho fatto anche io aspra e dolorosa esperienza per lunghi anni e che non auguro a nessuno, compreso Vendola che, di quei tempi, fu protagonista.
La giustizia, ovviamente, resta tale quando condanna e quando assolve.
La fiducia in essa non è un rituale a seconda degli interessi e della posizione personale ma un dovere istituzionale.
Mi auguro, infine, che questa circostanza non venga sprecata sull’onda dell’emotività che induce, in taluni casi, a dissolvere anni di malriposto “giustizialismo” in un impulso di rabbia, ma sia invece un’utile occasione per riflettere sui propri comportamenti del passato e soprattutto per evitare che si ripetano nel futuro.

Sentenza ex Ilva: Garatismo sempre e verso tutti, senza distinzione alcuna, quale principio di civiltà irrinunciabile

01 giugno 2021

GARANTISMO sempre e verso tutti, senza distinzione alcuna, quale principio di CIVILTÀ irrinunciabile.
Vale anche nel caso molto delicato e complesso, per molteplici e ben note ragioni, della sentenza di primo grado nel procedimento “Ambiente svenduto”. Una sequela di condanne durissime che colpiscono i vertici di un’azienda tra le più rilevanti del Paese.
Vicenda ancor più grave, quando il giudizio condanna, come nel caso di Nichi Vendola, un vertice istituzionale che ha rappresentato i cittadini di una regione, nessuno escluso, che ne restano moralmente segnati.
Auguro a Vendola di poter dimostrare, nei successivi gradi di giudizio, la sua totale estraneità a quanto gli viene contestato.
Non solo per la sua personale onorabilità ma, soprattutto per quella dell’istituzione che ha rappresentato.
Quindi, da parte mia, nessun attacco, nessun insulto, nessuna esultanza: sentimenti che, invece, ho spesso ritrovato sul volto e nelle parole dei miei avversari in analoghe circostanze.
Abbiamo vissuto tempi nei quali persino “l’auspicio” per così dire, di un avviso di garanzia o la “profezia” di un tintinnar di manette serviva a innescare la barbarie del linciaggio mediatico, della calunnia e dell’utilizzo politico delle vicende giudiziarie.
Tempi torbidi e oscuri dei quali ho fatto anche io aspra e dolorosa esperienza per lunghi anni e che non auguro a nessuno, compreso Vendola che, di quei tempi, fu protagonista.
La giustizia, ovviamente, resta tale quando condanna e quando assolve.
La fiducia in essa non è un rituale a seconda degli interessi e della posizione personale ma un dovere istituzionale.
Mi auguro, infine, che questa circostanza non venga sprecata sull’onda dell’emotività che induce, in taluni casi, a dissolvere anni di malriposto “giustizialismo” in un impulso di rabbia, ma sia invece un’utile occasione per riflettere sui propri comportamenti del passato e soprattutto per evitare che si ripetano nel futuro.

Sentenza ex Ilva: Garatismo sempre e verso tutti, senza distinzione alcuna, quale principio di civiltà irrinunciabile

01 giugno 2021

GARANTISMO sempre e verso tutti, senza distinzione alcuna, quale principio di CIVILTÀ irrinunciabile.
Vale anche nel caso molto delicato e complesso, per molteplici e ben note ragioni, della sentenza di primo grado nel procedimento “Ambiente svenduto”. Una sequela di condanne durissime che colpiscono i vertici di un’azienda tra le più rilevanti del Paese.
Vicenda ancor più grave, quando il giudizio condanna, come nel caso di Nichi Vendola, un vertice istituzionale che ha rappresentato i cittadini di una regione, nessuno escluso, che ne restano moralmente segnati.
Auguro a Vendola di poter dimostrare, nei successivi gradi di giudizio, la sua totale estraneità a quanto gli viene contestato.
Non solo per la sua personale onorabilità ma, soprattutto per quella dell’istituzione che ha rappresentato.
Quindi, da parte mia, nessun attacco, nessun insulto, nessuna esultanza: sentimenti che, invece, ho spesso ritrovato sul volto e nelle parole dei miei avversari in analoghe circostanze.
Abbiamo vissuto tempi nei quali persino “l’auspicio” per così dire, di un avviso di garanzia o la “profezia” di un tintinnar di manette serviva a innescare la barbarie del linciaggio mediatico, della calunnia e dell’utilizzo politico delle vicende giudiziarie.
Tempi torbidi e oscuri dei quali ho fatto anche io aspra e dolorosa esperienza per lunghi anni e che non auguro a nessuno, compreso Vendola che, di quei tempi, fu protagonista.
La giustizia, ovviamente, resta tale quando condanna e quando assolve.
La fiducia in essa non è un rituale a seconda degli interessi e della posizione personale ma un dovere istituzionale.
Mi auguro, infine, che questa circostanza non venga sprecata sull’onda dell’emotività che induce, in taluni casi, a dissolvere anni di malriposto “giustizialismo” in un impulso di rabbia, ma sia invece un’utile occasione per riflettere sui propri comportamenti del passato e soprattutto per evitare che si ripetano nel futuro.

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